HEREAFTER SIGNIFICATI SIMBOLI
le esperienze di premorte e la paura dell’aldilà
Massimo Soldati
La paura della morte e dell’andare oltre
Bello il film di Clint Eastwood, che irrompe nelle nostre coscienze come quei primi minuti, quando l’onda gigantesca dello tzunami spazza via tutto in maniera estremamente realistica. Sembra di essere lì mentre la protagonista viene travolta e portata in un inaspettato ed indefinibile aldilà.
C’è tutto insieme: la calma della vita di ogni giorno, l’amore, la spiaggia tropicale, un mercato pittoresco e brulicante di vita, tutto viene sconvolto e cambia significato, rivelando quelli che sono i veri valori, al di la’ delle apparenze.
Coraggioso Eastwood ad affrontare una tematica scomoda, della quale nessuno vuole sentir parlare, quella della morte e dell’aldilà, senza cadere in un romanticismo ad effetto tipo Ghost, ma facendone una vera e propria denuncia sociale o forse esistenziale. Egli fa un quadro ben preciso della attuale relazione della umanità con la morte ed il morire. Nella storia dei tre personaggi principali, che incrociano le loro vite travolti dalla onda del cambiamento definitivo, osserviamo le nostre limitazioni condivise. Innanzitutto la paura, la rimozione dell’evento morte, intesa come cerniera tra uno stato, quello che tutti noi ben conosciamo, ed un altro stato, quello che e’ estraneo, alieno e che in tutti i modi cerchiamo di allontanare dalla coscienza.
Chi entra in contatto con la morte viene reietto dalla comunità. Il tema della solitudine degli anziani e di chi sta approssimandosi al grande passo e’ bene evidente, ed anche la solitudine dei congiunti, che vengono abbandonati a se stessi, senza i mezzi per affrontare un evento fondamentale per il senso della vita ed anche la salute psichica della persona. Il conforto della religione è talvolta vissuto in maniera esteriore, portato da sacerdoti sempre piu’ affaticati e sempre in minor numero. Gli assistenti sociali fanno quello che possono, la scienza non dice nulla di fronte a quello che si limita a vedere: una macchina che smette di funzionare. La figura professionale di un counselor od uno psicologo transpersonale, sia detto per inciso, potrebbe essere di grande utilità sociale in questi casi. Ma la solitudine e la difficoltà investono anche coloro i quali hanno una esperienza soggettiva di premorte, quelle persone, e sono tante, che si sono inoltrate, per qualche incidente, per una complicazione operatoria od altro, in un mondo al di là di questo. Non importa che tanti studi siano stati fatti sulle esperienze in prossimita’ di morte, non importa che i vissuti siano tanto simili, non importa che la maggioranza delle persone dopo abbia un radicale cambiamento di vita, questa dimensione viene reietta con terrore o sufficienza, sia dalla gente semplice che dalla scienza. I pochi scienziati che si applicano ad uno studio delle esperienze premorte vengono osteggiati ed ostracizzati dai loro colleghi, mentre sarebbe cosi’ importante affrontare con mente aperta il tema del trapasso e del dopo. La comunità degli scienziati percio’ non porta un vero aiuto, così impegnata nel mantenere in funzione la macchina biologica, talvolta anche quando non è più il caso. Il grande gruppo dei progressisti cerca di osteggiare l’accanimento terapeutico, rivendicando il diritto laico di staccare la spina, ma senza entrare nella dimensione del mistero, dell’aldilà.
Chi ha queste esperienze non sa a chi rivolgersi e perciò trova nel suo cammino gli eredi della conoscenza antica, i maghi, i sensitivi e tra questi tanti ciarlatani.
Ma se fosse vero che entrare in contatto con l’aldilà (e con l’al di là) fa bene? Se fosse vero che trasforma la vita radicalmente e pacifica l’anima? Se ci fosse del vero in quel contatto con i propri cari defunti, di cui tante persone parlano, non sarebbe meglio studiare con mente aperta l’argomento? Non sarebbe meglio vincere la paura e guardare bene in quello che ci aspetta tutti alla fine del nostro cammino abbandonando preconcetti e pregiudizi?
Come la solitudine sembra un grande mostro, ma poi si rivela un alleato prezioso a chi la sa accettare, così la morte può essere una compagna che aiuta a passare attraverso le porte della trasformazione sino ad un al di la’, qualsiasi esso sia.
Articolo di Massimo Soldati.
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