La comunicazione fra gli uomini avviene a livelli diversi. C’è una comunicazione che parla da sé, che non ha bisogno dell’ausilio della parola, del “linguaggio emancipato”, verbale, simbolico: è il “linguaggio del corpo” (E. Fromm, Il linguaggio dimenticato, Mondadori).
Noi comunichiamo non solo attraverso le parole ma anche con la nostra voce, i toni e la sua musicalità, attraverso il respiro, la postura, gli atteggiamenti e con il nostro movimento. Tutto parla di noi.
Il lavoro centrato sul corpo arricchisce e integra qualsiasi percorso di conoscenza di sé e di crescita personale, permette di sviluppare una nuova capacità di sentire, pensare, vedere le cose e risolvere i problemi. Stimola e migliora la capacità di sintonizzarsi con gli altri. Tutto questo grazie alla consapevolezza del momento presente e all’attenzione focalizzata centrata su di sé. L’ascolto del corpo si rivela, dunque, una grande risorsa sia in campo terapeutico che nelle varie relazioni di aiuto alla persona. Durante il Master organizzato da AIPT a Bologna “Lavorare con i Tre Cervelli. La Presenza Integrata nella Relazione Corporea” verranno indicate le modalità che avviano i vissuti emergenti dal lavoro centrato sul corpo verso un percorso di consapevolezza e di integrazione cognitiva.
Perché si possa realizzare una trasformazione è necessario che si verifichi l’integrazione dei tre cervelli: rettiliano (tronco cerebrale), emotivo (sistema limbico) e cognitivo (neocorteccia).
Durante il lavoro centrato sul corpo si riattualizzano vissuti rimossi e originari. La loro rievocazione permette al soggetto di esprimere l’indicibile, all’innominabile di farsi parola, al “rimosso” di manifestarsi. E’ possibile, in stadi avanzati di esperienza, recuperare anche vissuti transpersonali.
Bisogna, quindi, superare la tendenza a privilegiare solo il corpo o solo la mente. È necessario lavorare simultaneamente sui due registri: sulla dimensione mentale e su quella corporea per riscoprire la persona nella sua interezza.
Ciò che viene sentito e vissuto nel corpo viene poi verbalizzato. Dopo l’ascolto del corpo è necessario e indispensabile dare un senso e un significato ai “vissuti” corporei. Senza questo sforzo il paziente o cliente rischia di rimanere sommerso in una produzione anarchica, caotica, priva di significato.
L’elaborazione mentale degli eventi sensoriali e di tutto ciò che emerge dall’ascolto del corpo diventa così realtà psichica interna e strumento di trasformazione.
Dr. Adele Ognibene, medico psicoterapeuta, supervisore e docente AIPT