Il silenzio e la immunità di gregge psicologica

Uscendo dalla paura, dal panico, dall’allarme e dal brusio della mente oggi abbiamo una possibilità di andare oltre. Specialmente quelli che hanno la fortuna di vivere vicino alla natura.

La quarantena che ci viene imposta per motivi sanitari può deprimerci, confinandoci in un mondo ristretto, togliendoci il lavoro, sottoponendoci al bombardamento mediatico sul divano di casa per ore. 

Oppure possiamo andare oltre, nel mondo del silenzio. 

Pensiamoci bene: quanto ci siamo concessi di essere nel silenzio sino ad ora? Quanto abbiamo desiderato quei rari momenti di silenzio che troviamo durante la camminata nel bosco, il viaggio di avventura, i periodi di distacco dal tran tran quotidiano, la lettura di un romanzo avvincente!

In un primo momento quella del silenzio è una scelta coraggiosa, ci fa paura perché ricorda la inattività, la depressione, la malattia. 

Ma se abbiamo la forza di andare avanti possiamo scoprire tanti doni. 

Il primo è uscire dalla agitazione e dalla paura che ci stanno sopraffacendo e scoprire che il mondo è lì, presente ed interessante, anche se abbiamo delle restrizioni, anche in questo momento tremendo. 

Il secondo è darci il piacere delle piccole cose, della calma di fare tutto quello che ordinariamente facciamo in fretta e furia perché c’è altro di importante che ci aspetta. 

Il terzo è farci ristrutturare il nostro ordine dei valori: è così importante riuscire in questo o quello se pensiamo che ora, proprio in questo momento, potremmo essere intubati in rianimazione? E che cosa è importante veramente? Forse quelle persone che abbiamo attorno e ci amano, forse quelle relazioni vere che un po’ magari mettiamo in secondo piano?

Ma il più grande dono del silenzio può essere una ristrutturazione collettiva. Molte persone in seguito a questa esperienza collettiva entreranno volenti o nolenti nel silenzio e creeranno spazio per nuovi valori ed adattamenti. E si distaccheranno dal pensiero prospettico per entrare in quello multiprospettivale sempre più integrato. Cioè si libereranno di una visione unica, partigiana ed ideologica delle cose per impararne una più integrale ed olistica. Impareranno ad usare la mente e a non esserne usati. A scoprire che in ogni modo di pensare, in ogni prospettiva c’è un aspetto positivo, anche in quello di coloro che ora riteniamo avversari o addirittura nemici. 

Oggi il nostro modo di pensare è di gregge, ancora immaturo ed adolescenziale. Lottiamo sempre per mantenere una visione della vita che abbiamo costruito con fatica negli anni, e siamo disposti a non vedere la realtà se apparentemente si allontana dai nostri ideali interiori. Lodevole atto di fedeltà, ma assai restrittivo.

Una forma quietismo può ritornare oggi. Quella visione spirituale diffusasi verso la fine del 600 che insegnava ad entrare in uno stato di calma e di quiete perché fosse fatta la volontà di Dio. Che insegnava a tranquillizzare la mente perché nuove soluzioni emergessero.

Oggi abbiamo un bisogno estremo che emergano nuove soluzioni. Tutto ciò che di buono è stato creato nella nostra cultura è stato corrotto ed impiegato per fini malevoli, per il controllo, il dominio, il profitto. E questo anche alla seconda potenza: quelli che si scagliano contro il controllo, il dominio, il profitto indebito sono quelli che poi ne divengono gli schiavi.

Siamo al momento di un necessario cambio di paradigma, tutti insieme quelli che capiranno e si sentiranno di dare una mano, con umiltà, con coraggio, ognuno con i propri mezzi. Dobbiamo risvegliarci al nostro potere interiore per affrontare un cambiamento ormai indifferibile. Dobbiamo sviluppare una immunità di gregge, ma a livello psicologico. Se non lo faremo saremo fagocitati da un sistema morente, dove non c’è più stato, non c’è più religione, non ci sono più valori, trasformati dai grandi burattinai e dagli spin doctors e propinatici con micro chip ideologici infilati dentro ad ogni cosa, allo stesso modo nel quale si mischia farina d’importazione, ogm e con micotossine, ai buoni spaghetti dei nostri nonni.

Dr. Massimo Soldati
Psicologo Psicoterapeuta