Come affrontare la nudità senza falsi pudori od esibizionismi. Come essere nudi dentro più che fuori. Alcuni consigli tratti dalla nostra esperienza del bodywork in una intervista a Massimo Soldati.
In spiaggia o a casa
Siamo spesso a disagio nel mostrare il corpo senza veli, indipendentemente dalla sua perfezione. Ma riconciliarci con la nostra nudità è possibile. Nella pagina che segue, 4 esercizi per cominciare…
Qualunque sia il nostro livello di perfezione fisica (ma poi, cos’è la perfezione?), mostrare agli altri e a noi stessi il nostro corpo scoperto (in gran parte come in spiaggia o del tutto come nel bagno di casa), è qualcosa che spesso ci mette a disagio. “Subito intervengono il giudizio, la condanna”, sottolinea Massimo Soldati, psicoterapeuta a Milano, autore di Corpo e cambiamento (Tecniche nuove). “Lo sguardo, spesso così severo, che posiamo sul nostro corpo, è la somma dei tanti sguardi ricevuti nella nostra vita. Incauti commenti espressi dai genitori, dal marito oda un amante restano impressi come marchi a fuoco, e anche a distanza di anni ci ricordano che quella parte del corpo investita di sentimenti negativi ha qualcosa di sbagliato. Confrontarsi con la propria nudità, allora, diventa una prova, un esame da superare, se non una sofferenza. E si finisce per vivere il corpo come un fardello ingombrante, qualcosa che ci è capitato ma che non ci appartiene”. Eppure stare bene nudi è un’esperienza sensuale e liberatoria che ci fa sentire pienamente vivi. Come arrivare allora ad apprezzarla? “Non certo aspettando di raggiungere un fisico da top model: l’accettazione viene dall’interno”, dice Fiera Teatini, esperta di Body Mind Centering a Milano, l’ultima frontiera delle terapie psicocorporee. “II corpo è plasmato dalla mente come la sabbia viene continuamente modellata dal vento. Occorre spezzare il monologo interiore negativo e pensare invece che il corpo non e che l’altra faccia dell’anima, il simbolo della nostra più profonda intimità, che merita tutto il nostro amore e la nostra attenzione”. Un amore che possiamo esprimere anche e semplicemente recuperando il contatto nei gesti quotidiani di “manutenzione”, per trasformarli da momenti meccanici in vera cura e conoscenza di se, come vi spieghiamo nella pagina successiva
4 esercizi per vivere bene
la propria nudità
Un nuovo modo di guardarsi, gesti più lenti e rispettosi… sono buone abitudini che ci permettono di cambiare in meglio il rapporto con la nostra nudità. I consigli, da mettere in pratica fin d’ora, sono dello psicologo e psicoterapeuta Massimo Soldati, autore di Corpo e cambiamento (Tecniche nuove)
Fare la pace con il proprio corpo
Ogni giorno fate qualche piccola pausa per prendere contatto consapevolmente con il vostro corpo. Per esempio, respirate a fondo con gli occhi chiusi, annusatevi la pelle, accarezzatevi le braccia, la nuca, le gambe. D’estate è bellissimo anche massaggiarsi. Munitevi di un buon olio odi una crema e percorrete con le mani tutto il vostro corpo. l’automassaggio ci ricorda che siamo creature tridimensionali, fatte di pelle, scheletro, carne, muscoli Sentirsi bene nudi significa anche imparare a convivere con questa fisicità e ad “abitare” il proprio corpo
Spogliarsi e lavarsi lentamente
Quando vi spogliate non fatelo meccanicamente, ma provate a rallentare i ritmi. Toglietevi un capo alla volta, con calma, fate delle pause emettetevi all’ascolto delle sensazioni Provate sollievo, imbarazzo, fragilità, vergogna o cos’altro? Non giudicate le vostre reazioni, semplicemente accettatele. Fate stesso esercizio quando vi lavate Invece di inserire il “pilota automatico” e lavarvi come se faceste shampoo alla macchina, metteteci del tempo e dell’attenzione. Esplorate il vostro corpo come se fosse la prima volta, sentite la morbidezza della pelle, la curva dolce del seno, il calore del ventre. Se vi esercitate in questo modo tutti i giorni scoprirete che i gesti rapidi e distratti dell’abitudine spesso mascherano proprio l’antipatia per il proprio corpo. E che si può cambiare atteggiamento
Guardarsi allo specchio senza giudicarsi
In genere, prima di affrontare lo sguardo altrui, ci si osserva allo specchio già vestiti Ma così quello che si vede riflesso, ben agghindato e dissimulato dagli abiti, non è il nostro corpo “vero”, bensì un’immagine che non corrisponde alla realtà Guardarsi nudi infatti è tutt’altra cosa. E, se in genere lo si fa così raramente, è perché si ha paura delle emozioni che può suscitare. Provate a mettere in bagno uno specchio intero, in modo da avere una visione completa del vostro corpo. Nei gesti quotidiani, mentre vi lavate o vi mettete la crema, imparerete a familiarizzare con la vostra nudità e a riappropriarvi del vostro corpo per quello che è. All’inizio vedrete che lo sguardo fa fatica a soffermarsi, e che vi vengono pensieri negativi (Ma guarda che cosce, sono proprio grassa, e così via), ma con l’abitudine e lo sforzo di non giudicarvi il vostro corpo vi diventerà sempre più amico
Osare un po’ di nudismo
Di solito confiniamo l’esperienza della nudità ai momenti di Intimità sessuale. Invece, stare nudi è naturale “Come se ce ne fosse bisogno, ogni tanto qualcuno ci ricorda che veniamo al mondo nudi”, dice Massimo Soldati, psicoterapeuta a Milano. Stare nudi in casa, senza pensieri morbosi, senza condanne né compiacimento per il proprio corpo, può essere un’esperienza molto liberatoria. In natura è ancora meglio, perché tutto è più “pulito”. E se proprio l’imbarazzo è troppo forte, non perdete almeno l’occasione di stare a piedi nudi, esercitando la sensibilità della pianta su diversi tipi di terreno, come erba, sabbia, o sassolini
Articolo di Flavia Mazelin Salvi, Psychologies Magazine – Luglio/Agosto 2007