Ansia e panico nel contesto della psicoterapia ad orientamento corporeo
Dr.Massimo Soldati
“Sono un agente di commercio e due anni fa, durante un periodo di superlavoro che mi aveva fortemente stressato, sono entrato in un negozio per proporre i miei articoli. La titolare, come altre volte è successo, ml ha accolto con diffidenza e, mentre cercavo di intavolare una conversazione è successo iI finimondo! Ho cominciato a sentire che mi mancava l’aria e ho avuto un fortissimo desiderio di scappare. Non sono mai stato una persona paurosa, ma ho provato un vero e proprio terrore, inspiegabile, prepotente… Sono tornato nello stesso negozio dopo un po’ di tempo e ho dovuto fuggire con una scusa perché si è ripresentata la stessa sensazione… Ora la mia vita è diventata impossibile: comincio ad avere paura che la stessa cosa si verifichi quando entro In un negozio o quando guido la macchina”. M.G. Torino.
“Da alcuni mesi soffro di attacchi di panico… improvvisamente mi batte il cuore fortissimo, temo di avere un infarto, sudo, sto male, è un inferno… Sono stato da uno psichiatra… che ml ha riempito di psicofarmaci, ma non sono migliorato… vorrei sapere se con una terapia naturale è possibile curare questo male”. D.M. Como.
Questo tipo di patologia viene riconosciuto come “Disturbo da Attacchi di Panico” (DAP, panic attack desease). Secondo uno studIo del Dipartimento di Medicina della Northwestern Universlty Medicai School di Chlcago, esso ha una diffusione mondiale fra il 2,5 e il 5 per cento della popolazione. Il Dipartimento di Psichiatria della Harvard Medicai School di Boston fissa a 14,6 per cento l’incidenza nella propria area dei generici disturbi da ansia, mentre Il prof. Pancheri valuta che un 20 per cento degli italiani, tra i quali ci sono coloro che subiscono attacchi di panico, ne soffra. Recentemente, data la diffusione del DAP, si è addirittura costituita un’associazione di malati. In genere l’attacco di panico si presenta all’improvviso durante la normale attività quotidiana, prevalentemente in macchina, in ascensore, in aereo, entrando in luoghi chiusi, in mezzo alla folla, trovandosi isolati con il timore di non ricevere aiuto. Esso tende a ripetersi nelle stesse condizioni per il fenomeno cosiddetto dell’ansia anticipatorìa e ad estendersi mano mano ad altre situazioni di vita, sino a che si evita di fare sempre più cose per il timore di un attacco, giungendo a non uscire più di casa.
I sintomi del DAP sono fisici, cioè palpitazione, dolore e oppressione al petto, spesso accompagnati dal timore dl avere un infarto, sudorazione, tremore, fame d’aria, respirazione accelerata, nausea; associati a stati psicologici quali: timore di perdere il controllo, svenire, impazzire, morire, senso di irrealtà. Sono maggiormente colpite le donne, coloro i quali escono da un periodo di forte stress o hanno abusato di stimolanti e le persone che hanno subito perdite affettive di una certa consistenza.
La psichiatria cura questo disturbo con la somministrazione soprattutto dl antidepressivi triciclici, imao e benzodiazepine (alprazolam), confidando dl trovare al più presto un farmaco che agisca sul cervello per bloccare gli attacchi. Questa fiducia viene corroborata dal fatto che la somministrazione di lattato di sodio, bismuto nitrato o l’inalazione di biossido di carbonio influiscono sulla patologia, provocando attacchi in soggetti predisposti. Tutto ciò nonostante la messa in guardia da parte di alcuni ricercatori (Ipswich Hospital, Suffolk e Department of Mental Health Sclences, Limburg Universlty, Maastricht, fra gli altri) sulla stretta correlazione tra DAP, sensazioni corporee disturbate e sindrome da iperventilazione.
Nella mia esperienza clinica ho assistito a una quantità di “attacchi di panico” in persone del tutto “normali” nel corso di episodi di sblocco bioenergetico, particolarmente della zona toracica e della funzionalità respiratoria. La semplice iperventilazione che si manifesta in conseguenza di ciò produce e accompagna quelle sensazioni di flusso energetico, espansione della percezione, calore, liberazione dello stomaco, del cuore, della gola; sensazioni che, vissute nel contesto della terapia, vengono positivamente assimilate e conducono a un aumento di vitalità e consapevolezza, Quando si verificano autonomamente durante la vita quotidiana, per un processo di guarigione spontanea o indotte da eventi scatenanti, possono purtroppo produrre un vero e proprio terrore, specialmente se si viene portati in ospedale con il timore di un attacco di cuore, oppure di impazzire (ed è molto difficile che in ospedale venga fatta una corretta diagnosi, che non si riduca a una pacca sulla spalla e una prescrizione di calmanti, con un sorriso dl compassione sulle labbra)*
Da qui incomincia il circolo vizioso della paura che l’episodio si ripeta. Ma se interpretiamo questo episodio dal punto di vista della psicoterapia esperienziale, capiamo che esso tende naturalmente a ripetersi, in quanto è il più delle volte un tentativo di guarigione spontanea messo in atto dall’organismo (coazione a ripetere). Non per nulla esso si verifica principalmente dopo periodi di stress, di lontananza dal corpo, oppure dopo la perdita di persone amate, quando l’organismo stesso vuole tornare e vivere e recuperare la propria fluidità energetica.
La guarigione può venire sia da una lunga analisi che da una terapia comportamentale. Essa può essere, però, incredibilmente rapida con una terapia esperienziale, nella quale si torni in contatto col proprio corpo e si apprenda una corretta respirazione, imparando a sbloccare la propria energia senza paura.
Perché questa via possa avere efficacia è tuttavia necessaria una certa consapevolezza da parte del paziente, che lo porti a comprendere come l’attacco di panico sia un episodio evolutivo e non una malattia cerebrale, a voler riesaminare e riequilibrare la propria vita, e soprattutto ad accettare con fiducia dl entrare in contatto, attraverso la guida e la rassicurazione di un terapeuta adatto, con quei vissuti psicosomatici disturbanti che lo terrorizzano. Il DAP si scioglie in questo caso come neve al sole della coscienza, provocando non una semplice “guarigione”, ma una vera e propria crescita interiore.
Questa via é in contrasto con un uso massiccio di psicofarmaci che, se in alcuni casi portano alla remissione dei sintomi, hanno l’effetto, soprattutto gli ansiolitici, di congelare assieme al panico le reazioni vitali dello psicosoma e favorire perciò la cronicizzazione, con il temibile Insorgere di fobie (paura di uscire di casa, di guidare, della gente, degli animali, e così via).
Articolo di Massimo Soldati, pubblicato su Il Giornale della natura, N°50, Milano 1992 Feb.